lunedì, luglio 30, 2012

Fifty-two weeks! 14 di 52

Sempre dalla serie di un paio di giorni fa quella che segue è uno scatto che, seppur meno giocoso di quello precedente, ha un valore estetico, a mio parere, significativo. Ho cercato di esaltare un po' i contrasti, la foto controluce sebbene al tramonto, non sarebbe venuta se il cielo non fosse stato nuvoloso. Ho aumentato un po' l'esposizione della ragazza nella foto (moglie).
La nitidezza dello scatto è veramente buona, merito della mia nuova lentina SAL85F28 che sarà economica e plasticosa ma rende molto molto bene. Lente da ritratto e si vede: questa foto è nitida pur essendo stata presa a tutta apertura.


I dati di scatto sono i seguenti: 1/250 sec, f/2.8, ISO 200, obiettivo SAL85F28.

sabato, luglio 28, 2012

Fifty-two weeks! 13 di 52

Con un pauroso ritardo, non ho ancora pensato alla foto di lunedì prossimo ed è già sabato, posto lo scatto che segue. Il grano continua a piacermi, è un bel soggetto, se ne potrebbe ricavare un tema per il prossimo anno. Si vedrà.


Dati sullo scatto: ISO200, apertura f/2.8, tempo di scatto 1/250, obiettivo SAL85F28 (nuovo acquisto, prime prove). Dettagli sull'elaborazione: una maschera ha separato il cielo dal resto e ho potuto così applicare un paio di curve distinte per l'ottimizzazione dei livelli. Ho usato una maschera nera su cui ho dipinto i cerchi delle rotoballe in primo piano per applicare su di essi un incremento selettivo della saturazione. Le due modelle sono moglie e figlia.

giovedì, luglio 26, 2012

Difetto sulla mia SONY... pausa (forse) forzata.

L'arrivo oggi di una ottica aggiuntiva (SAL85F28 che affianca SAL35F18, SAL1855(kit), Tamron 80-210) ha certificato un difetto che sta compromettendo l'usabilità della mia SONY: la rotellina che comanda le impostazioni di diaframmi e tempi sembra non rispondere correttamente. Se la ruoto in un senso i diaframmi (o i tempi) crescono (risp. calano) ma ad un certo punto saltano ad un valore casuale facendomi incasinare con le esposizioni che spesso sbaglio (quando ad esempio correggo i valori con l'occhio al mirino non facendo caso al salto anomalo e fidandomi invece della consuetudine che vede crescere i numeretti se giro da un lato e calare se giro dall'altro).
Domani contatto l'assistenza. Dovrei essere coperto da garanzia ancora, devo controllare.
Si prospetta una pausa decisamente fastidiosa visti i tempi in cui si realizza... magari tiro dritto fino a settembre.

...le mie 52-weeks riprenderanno appena sarà possibile.

mercoledì, luglio 18, 2012

Fifty-two weeks! 12 di 52

Domenica siamo tornati non troppo distanti dal luogo della precedente gita all'Orrido di Gea. Stavolta in piacevole compagnia di amici. Per essere precisi la località è San Cristoforo di Labante. Ciò che è ritratto nella foto è una interessantissima struttura geologica creata dall'acqua estremamente calcarea che sgorga dal fianco della montagna. L'acqua è talmente calcarea che si riesce ad immaginare il deposito di materiale che anno dopo anno crea e modella i pennacchi, le sporgenze e le pozze. La roccia è coperta da un folto e spesso strato di muschio e pianticelle acquatiche. Il fresco che crea attorno, sia per l'acqua che cade dall'alto e si disperde attorno sia per l'effetto psicologico, è notevole e piacevolissimo in queste calde giornate. Meta consigliatissima per una merenda e/o per far base a passeggiate nei boschi. Torneremo certamente.


Dati di scatto: ISO 400, 1/50s, F8, SONY SAL35F18. L'immagine di partenza è piuttosto sovraesposta e lo è di proposito per poter mantenere un minimo di dettaglio nelle aree in ombra. Se devo tirarmela un pochetto potrei dire che ho posto le ombre più scure in zona II, III il che ha portato le alte luci in zona IX, X. Per recuperare ho "sviluppato N-2". Tradotto da Adams a quel che ho banalmente fatto: ho esposto per le ombre e così facendo le alte luci sono risultate parecchio sovraesposte. Ho applicato quindi una curva che, mantenendo inalterate le zone in ombra, abbassasse le alte luci. Traducendo per chi la vede diversamente (accettando imprecisioni grossolane nella teoria): ho esposto a destra. Ps: prima della desaturazione ho applicato un filtro blu che mi ha permesso di schiarire un pochetto le ombre e anche staccare meglio i verdi delle piantine acquatiche dal rosso del muschio

martedì, luglio 10, 2012

Gita all'Orrido di Gea

Domenica, visto il caldo e vista la minaccia F1, ho deciso di uscire per una passeggiata nel bosco. Non sono esperto di queste escursioni, ho googolato le poche informazioni che ricordavo: mulino nei pressi di Labante, me le aveva passate l'amico Kiodo qualche secolo fa. Il suo blog, R A R E F A T T O, ha, devo dire, stimolato il mio desiderio di girare fra boschi e valli del nostro vicino Appennino. Le sue ricerche geo-storio-fotografiche e di costume sono interessantissime.

Tornando alla mia escursione, con google, ho trovato un percorso con tanto di indicazioni chiare. Non per altro ha vinto le primarie... anche per assenza di concorrenti... un po' come potrebbe fare il PD per vincerne una.

Bene, si parte.

Come da indicazioni arriviamo a Villa D'Aiano, parcheggiamo lungo la strada e prendiamo il sentiero che, nel primo tratto, è una cavedagna un po' sconnessa parzialmente invasa dai rovi di more. Il primo approccio con questa natura "selvaggia", per noi cittadini seppur della bassa, sono stati, in una sequenza durata non più di 10 secondi, un grillo verde lucidissimo con screziature arancioni/ocra e, a seguire, una cavalletta verde, quel verde delle foglie degli alberi a primavera. Il primo su un mio polpaccio, calmo si è rigirato, mi ha dato uno sguardo veloce come a dire "Ciao!" ed è saltato. La seconda, molto più impudente, mi è atterrata sul petto ad uno paio di centimetri dal collo e mi fissava chiedendosi "quando è che strilla???"... Hei tu! Cavalletta! Mia moglie ti si mangia se ti vede! E' fuggita in preda al panico. Avevamo avuto il nostro benvenuto, credo fosse una sorta di test: è capitato a non più di 100m dalla macchina e dopo, nel bosco, non abbiamo più incontrato insetti ed animali (tranne qualche tafano, poco propenso a considerarci per via del repellente, e qualche umano).

Il testo che descrive il percorso recita: "il sentiero è una carrareccia che supera dopo pochi minuti un edificio diroccato e entra nel bosco"... l'edificio diroccato è questo:


Trovata li dove doveva stare, buon segno. Proseguiamo, cominciamo a prendere confidenza con i segnali del CAI: quelle strisce bianche e rosse poste su alcuni tronchi a marcare il sentiero che, nel frattempo, si infila in un ex-castagneto... cosa avrà di ex poi non so: gli alberi son quelli, forse semplicemente non è più coltivato ed infatti non è pulito: l'aspetto è selvaggio sebbene si tratti di un bosco nel quale la mano dell'uomo è evidente: gli alberi più vecchi sono abbastanza distanti da immaginarli diradati, quelli giovani fanno casino... Rami spezzati e non rimossi, tronchi morti e cavi, rocce coperte di muschio rendono l'ambiente molto bello.  

Poi, ad un certo punto, uno sguardo minaccioso e iracondo e, forse, assassino ci impone una sosta. Perché madonnina ce l'hai col povero viandante della domenica?


Suvvia... siamo tutti peccatori, posso procedere per la mia via?

La passeggiata nel bosco prosegue (direi almeno un'ora) fino al punto in cui il sentiero 400/3 si incontra nuovamente con la strada asfalta e, nello stesso punto, si approccia per la prima volta il torrente Gea. Qui si impone una scelta: c'è un percorso avventuroso che risale il fiume, ma impone di entrare in acqua con cellulare, macchina fotografica, portafogli e figlia, oppure si può seguire la strada in salita per un paio di curve e rientrare nel bosco sul 400/3... scelta si fa per dire...
Il sentiero 400/3 qui si arrampica piuttosto rapidamente, prima era praticamente in piano, e si intuisce la presenza del torrente sotto la nostra posizione. Raggiunta una certa altezza si prosegue nuovamente quasi in piano e si nota che il letto del torrente, come in un viaggio a ritroso, sale verso il nostro livello. A balzi, sentiamo l'acqua che scorre ma non lo vediamo. Forse dopo quella svolta, superata quella roccia, eccolo:



Sentiamo quasi il fresco dell'acqua, non che si sia patito il caldo: il bosco era ventilato e fitto quindi ombreggiato. Nuova energia ci pervade... forse sono le vivande che avevamo con noi (alpellibe al caffè e gommose alla frutta, lo zaino l'ha fatto la bimba, io ho studiato il percorso, mica posso fare tutto io!!!) o forse è la vista del torrente. Allunghiamo il passo che, confesso, si stava un po' accorciando... la nostra prima meta è prossima: il mulino di Gea. 

Dopo poche centinaia di metri dal punto in cui ho scattato la foto qui sopra scorgiamo un insieme di muri coperti di vegetazione. La mente va immediatamente alle foto della città di Angkor in Cambogia... neppure il fossero ficus gli alberi che si sono ripresi quanto era loro e, per mezzo della propria stessa esistenza, ciò che sono: il bosco. Poco identificabili come il complesso edificio quale doveva essere il mulino, le mura sono, ormai, solo ruderi, sostegno di rampicanti, appiglio per muschi e tane per ragni. Si riconoscono più ambienti ma sarà proprio il mulino o piuttosto una vecchia casetta nel bosco abitata da nani?


Una forma circolare fra le foglie risolve i miei dubbi: è una macina in pietra, siamo al mulino di Gea. Poco oltre eccone una seconda incastrata nel terreno. 


Entusiasti della prima meta raggiunta facciamo un po' il punto della situazione: non abbiamo ancora messo un piede nell'acqua del torrente Gea, l'ora comincia ad essere un po' avanzata e il rientro, male che vada, può prendere lo stesso tempo dell'andata. Decido che dobbiamo proseguire ma con l'idea di non spingerci troppo oltre. Attraversiamo quindi un ponticello di legno che è stato costruito di recente di fronte al mulino. Proseguiamo quindi su un sentiero che costeggia il corso del torrente, la strada è un po' più impervia. Le nostre fatiche sono presto ricambiate: dall'alto del sentiero scorgiamo una pozza formata dall'azione di una cascatella, un piccolo salto di, forse, neanche un paio di metri. L'acqua è limpida e gelida. La luce del bosco che arriva da sopra la cascata crea un giocho di riflessi che pare magico. Per noi oggi questa è meta.



SPLASH!

lunedì, luglio 09, 2012

Fifty-two weeks! 11 di 52

A seguito di una passeggiata nei boschi, se trovo forze residue ne scriverò, mi sono trovato in posti veramente interessanti che meritavano una foto, almeno per la serie delle 52 settimane. Il luogo è da qualche parte lungo il sentiero CAI 400/3 nei pressi del mulino sul torrente Gea. Località Villa D'Aiano, appennino bolognese.



Dati di scatto: ISO 200, f/11, 1.3s, obiettivo SONY SAL35F18. Ho tenuto chiuso il diaframma per forzare un tempo lungo ed ottenere l'effetto mosso dell'acqua della cascatella.
Elaborazione: ho regolato il contrasto della pozza d'acqua ed aumentato la luminosità generale delle rocce e del bosco.
Ps: il tubo di captazione non è che sia proprio bellissimo... tubo? Ho scritto tubo? E' una anaconda lunga 15 metri! :)

martedì, luglio 03, 2012

Fifty-two weeks! 10 di 52

Questa settimana è volata fra mille impegni, non sono riuscito a tenere in mano la macchina fotografica a sufficienza. Stasera per non tardare troppo sulla pubblicazione della foto della settimana ho dovuto impormi di trovare un soggetto. Suggerito da Miky: la Luna piena. Non ho attrezzature decenti per una fotografia simile, lo scatto non ha pregi particolari però stasera la Luna era proprio bella. Peccato per le zanzare guastafeste!


Dati di scatto (solo per completezza): ISO 200, f/11, 1/125s TAMRON 80-210@210