martedì, luglio 10, 2012

Gita all'Orrido di Gea

Domenica, visto il caldo e vista la minaccia F1, ho deciso di uscire per una passeggiata nel bosco. Non sono esperto di queste escursioni, ho googolato le poche informazioni che ricordavo: mulino nei pressi di Labante, me le aveva passate l'amico Kiodo qualche secolo fa. Il suo blog, R A R E F A T T O, ha, devo dire, stimolato il mio desiderio di girare fra boschi e valli del nostro vicino Appennino. Le sue ricerche geo-storio-fotografiche e di costume sono interessantissime.

Tornando alla mia escursione, con google, ho trovato un percorso con tanto di indicazioni chiare. Non per altro ha vinto le primarie... anche per assenza di concorrenti... un po' come potrebbe fare il PD per vincerne una.

Bene, si parte.

Come da indicazioni arriviamo a Villa D'Aiano, parcheggiamo lungo la strada e prendiamo il sentiero che, nel primo tratto, è una cavedagna un po' sconnessa parzialmente invasa dai rovi di more. Il primo approccio con questa natura "selvaggia", per noi cittadini seppur della bassa, sono stati, in una sequenza durata non più di 10 secondi, un grillo verde lucidissimo con screziature arancioni/ocra e, a seguire, una cavalletta verde, quel verde delle foglie degli alberi a primavera. Il primo su un mio polpaccio, calmo si è rigirato, mi ha dato uno sguardo veloce come a dire "Ciao!" ed è saltato. La seconda, molto più impudente, mi è atterrata sul petto ad uno paio di centimetri dal collo e mi fissava chiedendosi "quando è che strilla???"... Hei tu! Cavalletta! Mia moglie ti si mangia se ti vede! E' fuggita in preda al panico. Avevamo avuto il nostro benvenuto, credo fosse una sorta di test: è capitato a non più di 100m dalla macchina e dopo, nel bosco, non abbiamo più incontrato insetti ed animali (tranne qualche tafano, poco propenso a considerarci per via del repellente, e qualche umano).

Il testo che descrive il percorso recita: "il sentiero è una carrareccia che supera dopo pochi minuti un edificio diroccato e entra nel bosco"... l'edificio diroccato è questo:


Trovata li dove doveva stare, buon segno. Proseguiamo, cominciamo a prendere confidenza con i segnali del CAI: quelle strisce bianche e rosse poste su alcuni tronchi a marcare il sentiero che, nel frattempo, si infila in un ex-castagneto... cosa avrà di ex poi non so: gli alberi son quelli, forse semplicemente non è più coltivato ed infatti non è pulito: l'aspetto è selvaggio sebbene si tratti di un bosco nel quale la mano dell'uomo è evidente: gli alberi più vecchi sono abbastanza distanti da immaginarli diradati, quelli giovani fanno casino... Rami spezzati e non rimossi, tronchi morti e cavi, rocce coperte di muschio rendono l'ambiente molto bello.  

Poi, ad un certo punto, uno sguardo minaccioso e iracondo e, forse, assassino ci impone una sosta. Perché madonnina ce l'hai col povero viandante della domenica?


Suvvia... siamo tutti peccatori, posso procedere per la mia via?

La passeggiata nel bosco prosegue (direi almeno un'ora) fino al punto in cui il sentiero 400/3 si incontra nuovamente con la strada asfalta e, nello stesso punto, si approccia per la prima volta il torrente Gea. Qui si impone una scelta: c'è un percorso avventuroso che risale il fiume, ma impone di entrare in acqua con cellulare, macchina fotografica, portafogli e figlia, oppure si può seguire la strada in salita per un paio di curve e rientrare nel bosco sul 400/3... scelta si fa per dire...
Il sentiero 400/3 qui si arrampica piuttosto rapidamente, prima era praticamente in piano, e si intuisce la presenza del torrente sotto la nostra posizione. Raggiunta una certa altezza si prosegue nuovamente quasi in piano e si nota che il letto del torrente, come in un viaggio a ritroso, sale verso il nostro livello. A balzi, sentiamo l'acqua che scorre ma non lo vediamo. Forse dopo quella svolta, superata quella roccia, eccolo:



Sentiamo quasi il fresco dell'acqua, non che si sia patito il caldo: il bosco era ventilato e fitto quindi ombreggiato. Nuova energia ci pervade... forse sono le vivande che avevamo con noi (alpellibe al caffè e gommose alla frutta, lo zaino l'ha fatto la bimba, io ho studiato il percorso, mica posso fare tutto io!!!) o forse è la vista del torrente. Allunghiamo il passo che, confesso, si stava un po' accorciando... la nostra prima meta è prossima: il mulino di Gea. 

Dopo poche centinaia di metri dal punto in cui ho scattato la foto qui sopra scorgiamo un insieme di muri coperti di vegetazione. La mente va immediatamente alle foto della città di Angkor in Cambogia... neppure il fossero ficus gli alberi che si sono ripresi quanto era loro e, per mezzo della propria stessa esistenza, ciò che sono: il bosco. Poco identificabili come il complesso edificio quale doveva essere il mulino, le mura sono, ormai, solo ruderi, sostegno di rampicanti, appiglio per muschi e tane per ragni. Si riconoscono più ambienti ma sarà proprio il mulino o piuttosto una vecchia casetta nel bosco abitata da nani?


Una forma circolare fra le foglie risolve i miei dubbi: è una macina in pietra, siamo al mulino di Gea. Poco oltre eccone una seconda incastrata nel terreno. 


Entusiasti della prima meta raggiunta facciamo un po' il punto della situazione: non abbiamo ancora messo un piede nell'acqua del torrente Gea, l'ora comincia ad essere un po' avanzata e il rientro, male che vada, può prendere lo stesso tempo dell'andata. Decido che dobbiamo proseguire ma con l'idea di non spingerci troppo oltre. Attraversiamo quindi un ponticello di legno che è stato costruito di recente di fronte al mulino. Proseguiamo quindi su un sentiero che costeggia il corso del torrente, la strada è un po' più impervia. Le nostre fatiche sono presto ricambiate: dall'alto del sentiero scorgiamo una pozza formata dall'azione di una cascatella, un piccolo salto di, forse, neanche un paio di metri. L'acqua è limpida e gelida. La luce del bosco che arriva da sopra la cascata crea un giocho di riflessi che pare magico. Per noi oggi questa è meta.



SPLASH!

4 commenti:

  1. Complimenti, Fabio! bel giretto, per essere il primo (così intuisco) su sentiero, e poi con la prole!

    (grazie per il link al mio blogghetto misero)

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  2. Grazie Gae!
    Si è il primo giro "studiato" fra i boschi. Sentieri a parte, che erano comunque molto ben segnati e puliti, mi sono sentito ben orientato: giunto a Villa D'Aiano, al rientro, ho trovato subito l'alimentari che faceva panini!
    Bella gita, con calma ne organizzerò certamente altre.

    Ps: il tuo blogghetto non è misero; diciamo che sei parsimonioso ma i contenuti sono vere perle!

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  3. Io sono socia del Cai ^_^
    E spesso organizziamo gite spettacolari ^_^
    Mi ha colpito la foto dell'effetto che hai fatto alla cascatella :D ci sono riuscita anche io. :D Ieri siamo andati alle cascate del Rutor in Val'd'Aosta
    Spettacooolareeeeeeeee ^_____^
    Ciao devo andare a lavorare :/

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  4. Grazie del commento positivo. L'effetto lo fa l'acqua, basta usare tempi lunghi e tu ci sei riuscita altrettanto bene. Mi piace, fra i tanti belli, il tuo scatto dell'acqua sotto al ponticello!
    Ciao!

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